La ferrovia Cosenza-San Giovanni in Fiore (detta anche ferrovia Silana) è uno dei massimi esempi ancora esistenti di ingegneria ferroviaria in Italia.
Il progetto di una tratta ferroviaria che collegasse Cosenza al porto di Crotone era stato approntato sin dalla fine del XIX secolo.
Presentato dall'ingegnere Ugolini, prospettava la costruzione di una "Ferrovia Trans-silana" a trazione elettrica che da Cosenza, attraversato l'altopiano della Sila, scendeva al porto di Crotone. Erano gli anni in cui la deputazione provinciale di Cosenza premeva presso il governo perché realizzasse il collegamento già previsto dalla Legge Baccarini per Nocera Terinese (sulla "Tirrenica") e la Spezzano-Lagonegro per il collegamento a nord verso Napoli.
Ma le cose andarono per le lunghe in conseguenza di dispute tra Comuni, privati, altri enti e non ultima la Mediterranea (ancora impegnata nel completamento della Tirrenica). Si dovette aspettare il 26 gennaio 1911 perché la "Mediterranea", divenuta "Mediterranea Calabro Lucane" (MCL), ottenute le concessioni con legge n. 135/1911 iniziasse a svolgere il suo programma (definito da molti "faraonico" per la sua estensione).
Solo alla fine degli anni Venti, comunque, vennero iniziati i lavori e nel 1932 la ferrovia era realizzata solo per metà e con due sezioni tra loro staccate; in seguito lo sviluppo del trasporto di persone su strada fece scemare l'interesse per il suo completamento. Del progetto era stato realizzato il tratto Crotone – Petilia Policastro che rimase in esercizio fino ad agosto 1972.
Nel 1952 sembrò rinascere l'interesse per l'opera: venne redatto un progetto dettagliato di costruzione del tratto mancante di 38 km da San Giovanni in Fiore a Petilia Policastro che avrebbe realizzato finalmente il collegamento con il mare ed il porto di Crotone, ma rimase sulla carta dato che, nonostante il porto avesse costituito un importante elemento di trasporto del pino silano e del faggio, il traffico era crollato a causa dello sfruttamento indiscriminato del patrimonio boschivo.
L'ultima tratta che collega Camigliatello Silano a San Giovanni in Fiore, venne comunque inaugurata il 6 maggio 1956. Il 16 dicembre 1989 fu attivato il nuovo collegamento a doppio binario tra la nuova stazione di Cosenza, posta a nord della città, e la vecchia stazione (divenuta fermata di Cosenza Centro); tra le due vennero create le nuove fermate di Campanella e Monaco. Dal 1997, però, il servizio regolare di collegamento tra Camigliatello e la “capitale della Sila” fu sospeso.
Nel 2008 venne sospeso anche il servizio viaggiatori da Spezzano della Sila in poi e dal 1º febbraio 2011 fu sospeso anche l'esercizio ferroviario viaggiatori regolare oltre Pedace e mantenuto il servizio solo nei giorni feriali.
Nel mese di agosto 2016, infine, è stato istituito un servizio turistico limitato ad alcuni periodi dell'anno e denominato "Treno della Sila", tra le stazioni di Moccone, Camigliatello e San Nicola-Silvana Mansio.
Un’iniziativa che ha riscosso e riscuote un grande successo, soprattutto ai fini turistici, accolto con grande favore e partecipazione dai cittadini.
L’infrastruttura mostra fin dai primi chilometri il suo carattere: una repentina successione di curve e controcurve in costante ascesa, che attraversa profonde e strette vallate con maestosi ponti, alternando tratti attorniati dal verde della flora presilana a terrazze naturali dalle quali scorgere panorami mozzafiato.
Si sviluppa nel cuore di centri ricchi di storia e cultura come Pedace, Casole Bruzio, Spezzano, Celico, Rovito, San Pietro in Guarano, superati i quali si immerge nella Sila più selvaggia, lontano da ogni centro abitato, con un tracciato che accarezza i limiti dell’ingegneria ferroviaria.
Per circa 12 km la ferrovia sale con una pendenza attorno al 6%, ai limiti dell’aderenza, passando per le stazioni di Redipiano e Santo Janni dotate di speciali binari insabbiati costruiti per fermare un eventuale treno in fuga lungo il tratto acclive.
Da Fondente parte una lunga galleria che attraversa Montescuro, all’uscita della quale, nel giro di un paio di chilometri, si giunge tranquillamente a Moccone e quindi a Camigliatello, a 1200 metri sul livello del mare, in una delle località montane più famose della Calabria e del Sud Italia, centro di riferimento per gli sport invernali sull’altopiano silano.
Superato il Viadotto Camigliati in uscita dalla stazione di Camigliatello, la linea ricomincia a prendere quota, assicurando una larga visuale sull’Altopiano e sul lago di Cecita, toccando la località di Croce di Magara, a pochi chilometri dai Giganti della Sila.
Zigzagando tra coltivazioni delle famose patate silane e qualche bosco selvatico, la ferrovia arriva a Righio, località dalla quale ha inizio l’ultimo breve tratto in salita al cui culmine si trova la stazione di San Nicola Silvana Mansio, tetto ferroviario d’Italia, la più alta stazione italiana in esercizio con i suoi 1406 metri sul livello del mare.
San Giovanni in Fiore, cuore della Sila, città del famoso abate Gioacchino, arriva dopo una lunga discesa lungo la quale fuori dal finestrino continuano a scorrere boschi ed ampie vallate, lambendo piccole località montane come Torre Garga, Vuturino, Vallepiccola, in un percorso attorniato da strutture ricettive di elevato spessore ed eccellenze gastronomiche di rilevanza nazionale
Per il suo particolare "pregio culturale e paesaggistico", la ferrovia Silana, nell’intero tratto da Cosenza-San Giovanni in Fiore, è stata inserita nell'elenco delle ferrovie turistiche.
Tale riconoscimento è una grande opportunità, a patto che: si riattivi al più presto l’intera tratta ferroviaria Cosenza – San Giovanni in Fiore con la messa in esercizio di un sistema di trasporto ferroviario locale sostenibile; sia garantita la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intera tratta a servizio delle comunità locali e come strumento di valorizzazione del turismo naturale e del Parco nazionale della Sila; si realizzi un progetto per il recupero della linea ferrata da finanziare con le risorse della Programmazione Comunitaria; si promuova la ferrovia silana e il suo ambito naturalistico all’interno degli itinerari turistici nazionali, e si proponga, infine, la tratta Camigliatello Silano – San Giovanni in Fiore tra le ferrovie d’alta quota da riconoscere quale patrimonio dell’Unesco.