Tra i dodici e i quattordici anni molti adolescenti vivono in un fase nella quale i sogni sono più importanti della realtà, in una fase nella quale, almeno qualche notte alla settimana, sognano di diventare come il loro eroe e di copiarne le gesta.
Anch’io ho vissuto quei momenti gioviali di scelta del personaggio da emulare e ne ho certamente un buon ricordo personale, anche se spesso la mia scelta non veniva capita e mi creava problemi con i coetanei.
Per farla breve, i ragazzi della mia epoca gli eroi li selezionavano dal mondo dello sport o dalla storia, mentre io l’avevo scelto in casa (nel mio paese).
Il mio eroe era infatti una persona anziana che, durante la mia vita adolescenziale, appariva come un signore mite e poco abituato al dialogo, mentre, veniva raccontato, che da giovane quella stessa persona, che stava giornate intere seduto su una panchina posizionata sotto l'Ulmo di San Nicola a Motta, senza proferire parole, era considerato un prode guerriero mottese.
Infatti il mio mitico eroe in gioventù era capace di lanciare un sasso, dal peso variabile tra i 100 e i 200 gr, con estrema precisione, ad una distanza di circa 150 mt. Secondo i racconti delle “genti dei Caldarotti” il mio eroe era l’uomo “dell’ultima speranza” l’uomo che poteva cambiare il volto della guerra quotidiana contro i rovitesi, un uomo letale che veniva utilizzato nella “battaglia delle pietre” solo nei momenti cruciali.
Il nome delle battaglie è legato sia alla tipologia delle armi (le pietre) e sia alla distanza che c’era tra i due gruppi contendenti (100 – 150 mt), in pratica rare volte gli eserciti venivano a contatto. Il campo di battaglia era sempre lo stesso: la salita che porta da piazza San Nicola a Motta alla chiesa della Madonna del Rito (confine tra le due Balive).
Le guerre tra mottesi e rovitesi si sono perpetrate per moltissimi anni, anche se l’apice della violenza è stato raggiunto dopo la nomina di Rovito a sede comunale (maledetti piemontesi!).
Ad Arsenio, uomo buono e gentile che per i suoi ideali e per il suo paese era stato capace di diventare un prode guerriero.