Donne che praticavano un rituale contro il malocchio. Ricordo ancora il momento dello sfascino che ritualmente svolgeva mia nonna (Mamma Rosina) con tanta grazia ed eleganza. Avevo un po’ più di 5 anni quando di nascosto sotto il letto di mia nonna assistetti, per la prima volta e per curiosità, al rito dello sfascino.
Mia Nonna, vestita con l’abito delle feste e con in testa un fazzoletto nero, stava davanti a una bacinella di rame lucente riempita con acqua e olio.
Non dimenticherò mai le increspature dell’acqua che si ripetevano ritmicamente nel liquido quando riceveva le pietruzze di sale.
Sale che mia nonna custodiva gelosamente in un elegante sacchetto di velluto nero a tratti rivestito con foglioline di pizzo lavorato a mano. Non dimenticherò mai la lunga litania che accompagnava l’evento e lo snocciolare del rosario nelle affusolate e gentili mani di mia nonna e come rimarrà sempre nella mia memoria il volto delle “sfascinate” prima e dopo il rituale: cadaverico all’inizio e roseo e festoso alla fine, sembravano risorte.
Ho sempre pregato mia nonna di insegnarmi a “sfascinare”, ma lei si è sempre rifiutata. Alla mia richiesta ripeteva sempre: è un rito pericoloso e pagano che si tramanda solo a persone amiche e non imparentate e poi oggi ci sono i dottori, a cosa può servirti?