Un altro personaggio illustre è Niccolò Salerno (1490), di Flavetto, frazione di Rovito, poeta latino, allievo di Aulo Giano Parrasio col quale fondarono l'Accademia Parrasiana, poi Cosentina, di cui furono allievi Antonio Telesio (1482 † 1534) e Bernardino Martirano.
Alla morte di Parrasio, Salerno decise di fondare una scuola di latino a Rovito, di cui l'allievo più brillante fu Giano Teseo Casopero che divenne poeta latino.
Negli anni trenta del Cinquecento è a Napoli come frequentatore del circolo dei letterati calabresi presso la villa dei fratelli Bernardino e Coriolano Martirano, frequentata tra gli altri da: Bernardino Telesio, Luigi Lilio, Niccolò Franco ed il suo allievo Casopero.
L'opera più importante di Salerno sono le "Sylgulae", stampata a Napoli nel 1536; è importante dal punto di vista storico in quanto è costituita da una serie di carmi, odi e poemetti dedicati a personaggi dell'epoca: dal conte di Aiello, Gaspare Siscari, a Bernardino Sanseverino, 3° principe di Bisignano, in occasione della sua morte.
Dopo la data di pubblicazione dell'opera, non si hanno altre notizie di Salerno.