Stanuzzu (Stanislao) ha sempre insegnato ai suoi amici e parenti che “Bisogna sempre avere rispetto dei luoghi di culto e Dio deve essere amato e rispettato”. Il tiepido sole primaverile si sta nascondendo dietro le montagne che ci separano dal mare.
La “toccara” (Raganella calabrese incassata e a più ruote) ha iniziato a suonare all’ingresso della Chiesa di San Nicola.
La musica emanata dallo strumento riecheggia tra le stradine del paese per ricordare il periodo della Quaresima.
La “toccara” in questo periodo sostituisce le campane delle Chiese per rispettare la morte di Gesù. Mentre le campane in questo periodo vengono legate.
Le donne coperte da lunghi scialli neri, che ricoprono la testa e le spalle, iniziano ad abbandonare le case per recarsi a seguire le omelie della passione di Gesù.
Il tric trac della “toccara” va avanti ancora per qualche minuto fino all’ingresso in chiesa degli uomini e di qualche donna, ritardataria. Alla fine della messa tutti a casa a riscaldarsi e a preparare i dolci pasquali, tranne i più giovani che rimangono in piazza per giocare a spacca Pirillo (trottola).
In questi giorni i ragazzi sono tutti impegnati ad accaparrarsi la trottola migliore (un pezzo di legno di ulivo modellato a tornio, con una punta di ferro temprato e appuntita nelle forge mottesi). E’ il momento dei maghi dell’acciaio e del legno: Raffaele e Stanislao. Questi signori che normalmente si circondano dei più giovani solo per farsi aiutare nei lavori di bottega, nel periodo primaverile invece diventano gli eroi di tutti i ragazzini mottesi. Sono loro i veri protagonisti del momento e sono le loro capacità lavorative che potrebbero influenzare le sorti delle gare.
La toccara di Motta era famosa e particolare. Era stata realizzata con legno di ulivo da un fine artigiano all’inizio del ’700 e manutenzionata nel tempo da valenti artigiani.
Prima della sua distruzione molti pezzi erano ancora originali e realizzati a mano, mentre altri erano stati sostituiti con elementi creati con i vecchi torchi a pedaliera (soprattutto le prime ruote dentate in ordine di utilizzo).
Uno degli ultimi manutentori della “toccara” è stato “Stanuzzu”, persona diversamente abile che amava realizzare oggetti in legno e gioire al suono, per lui melodico, della toccara, che non sentiva ma della quale ne riusciva a percepirne le vibrazioni.
Stano è morto lontano sognando e ricordando quotidianamente la sua Motta e l’affetto della sua gente.