Le donne e gli uomini mottesi sono tutti indaffarati perché già domani è il primo sabato di settembre, giorno strategicamente importante per le famiglie del nostro paese.
Entro la giornata di sabato vanno definite e concluse tutte le attività preparatorie per il giorno di San Rocco.
In quel giorno le donne avevano il compito di pulire casa (neanche per Natale le pulizie erano così minuziose) e a iniziare a preparare il pranzo di domenica, mentre gli uomini avevano la mansione di approvvigionare il cibo.
Durante la giornata di sabato l’aria in paese è veramente magica, tutti sorridono e tutti sono pronti a dare una mano per la buona riuscita della festa.
I ragazzini, travolti dalla felicità presente in paese, sembrano anche loro impazziti: corrono e schiamazzano senza nessun freno inibitorio.
Nel frattempo, Peppino sta montando le ultime luminarie e “Francuzzu” sta aiutando a ultimare il palco per la banda. La gioia, come l’aspettativa, aumenta al trascorrere dei tempo”. Sabato è anche il momento dei dettagli e degli ultimi accorgimenti, nulla può essere tralasciato, perfino gli abiti da indossare sono tirati fuori dall’armadio e visionati più volte.
Domenica è San Rocco e bisogna anche ospitare i “musicanti”: la tradizione “mottese” impone che ogni famiglia accolga, per il pranzo di San Rocco, almeno due musici. C’è anche Totonnu, ragazzino dei Facenna, che dorme tutte le notti nel sotto tetto (tavulato) e che aspetta anche quest’anno, come negli anni precedenti, il suo magico raggio di sole (il raggio che colpiva i suoi occhi svegliandolo, tutte le mattine passando dallo spazio lasciato libero tra i “ceramili”), per capire cosa indosserà durante la processione.
E’ domenica e sono le sei del mattino, il cielo è nuvoloso e Totonno dorme copiosamente. Rosina ha iniziato a cucinare, mentre Pietro spazza davanti all’ingresso della casa. Lentamente nella “vinella” il ronzio delle voci aumenta, come gli odori delle pietanze e come la preoccupazione per il meteo. Le voci crescono e tra i tanti “San Rocco ci aiuti” si rileva anche un urlo di rabbia di Rosina per svegliare Totonnu: muoviti è tardi!
Il ragazzino, allargando le palpebre, scopre un possibile triste destino: se dovesse piovere la festa non si farà e lui non potrà indossare nessun abito nuovo. Scende di volata la traballante scala di legno, senza vestirsi, e si precipita piangendo dalla mamma e le domanda: sta piovendo?
No, ma il cielo è arricciato. Di colpo ritorna nel sotto tetto e si rinfila, con la testa all’ingiù, sotto le coperte. Dopo pochi minuti nel rigirarsi nel letto viene immediatamente colpito dal suo magico raggio di sole. Finalmente il tempo è cambiato: le nuvole sono scomparse e San Rocco passerà per il nostro paese.
Riscendendo in cucina il ragazzino trova sua mamma con un paio di scarpette da tennis bianche. E’ il regalo per Totonno (che non aveva mai indossato un paio di scarpe nuove), il quale le indossa immediatamente e dalla gioia inizia a correre e a urlare la sua felicità percorrendo tutte le “rughe” del paese.