E’ la chiesa-madre di Rovito, sorge su una necropoli romana del II o III secolo a.C. e conserva una reliquia di Santa Barbara che è la patrona di Rovito. L’edificio, la cui costruzione fu avviata nel XIII secolo da un esponente della famiglia Arnone di Celico assai vicino all’imperatore Federico II di Svevia, è in stile romanico-gotico, ricorda molto il duomo di Cosenza ed è stato restaurato di recente nelle sue linee originarie del “500.
La facciata della chiesa, adornata da tre splendidi rosoni, è orientata a ovest sulla vallata del Crati, da dove con un solo sguardo si abbraccia un panorama unico e spettacolare: la città di Cosenza, in tutta la sua estensione verso Rende; in alto i monti della catena costiera paolana; a sinistra i monti della Sila; a destra i monti del massiccio del Pollino.
La Chiesa di San Pietro o della Riforma rappresenta uno degli edifici religiosi più importanti di Rovito e della Presila cosentina, anche dal punto di vista storico per le alterne vicende a cui è collegata.
La struttura è imponente e molto sobria: all’esterno non compare alcun fregio o decorazione, ma solo una croce semplice posta nell’ampia finestra al centro della facciata.
La cornice del massiccio portale è tutta in pietra lavorata e risale alla prima metà del Seicento, precisamente al 1634, allorché la Chiesa della Riforma, fino ad allora intitolata a San Pietro, venne concessa ai Frati Riformati Francescani che si stabilirono nell’attiguo convento appena eretto e che fu per secoli una sola cosa con essa. All’interno della Chiesa a due navate (di cui quella laterale è successiva) si possono ammirare innumerevoli decorazioni, lavori di scultura ed intaglio, sia in legno che in pietra, prodotti dagli artigiani locali tra il ‘700 e l’‘800: in gran parte sono statue raffiguranti santi, di cui non sempre si conoscono gli autori.
L’edificio fu sede della Confraternita omonima e scrigno prezioso di opere d’arte, pittoriche e scultoree, che abbracciano un arco di tempo che va dal ‘400 fino all’ ‘800.
E’ ad unica navata, con abside rettangolare caratterizzato da una torre campanaria adiacente la sagrestia sul lato posteriore.
L'altare maggiore è del XVIII secolo.
L'esterno è caratterizzato dalla facciata a capanna con portale in pietra. All’interno si trovano panche di legno del 1700.
Edificio di stile bizantino a navata unica con altare in legno decorato.
Situata al confine tra la frazione di Motta e Rovito-centro.
La piccola chiesetta fu costruita dai rovitesi tra il 1656 e il 1663 e fu dedicata alla Madonna di Loreto, come è riportato sul portale d’ingresso, per ringraziare la Vergine di averli protetti dalla peste che nel ‘600 flagellò il Regno di Napoli.
Vi furono seppelliti i morti della peste che, nel 1656, colpì pesantemente la frazione di Motta.
A quanto pare la chiesa è sorta su una struttura Barocco-Bizantina. E’ collocata all’inizio del centro storico, su di un grande piazzale e vi si accede tramite un’imponente gradinata.
Fu eretta nel 1300 e ampliata più volte. Nel 1556, quando su Rovito imperversò la peste, la zona fu adibita a lazzaretto e luogo di sepoltura e le baracche che vi furono costruite per l’assistenza ai malati vi rimasero alcuni anni. In seguito l’edificio fu dimora di eremiti e mendicanti che vivevano solo di preghiere ed elemosina.
E’ un santuario rurale posto alle falde della Sila dove anticamente, in ricorrenza della festa che si teneva nel mese di maggio si svolgeva la fiera più importante della zona.
La località si chiamava un tempo Cona Pinta.
La data della sua costruzione è scolpita sul portale in pietra di tufo. Fu sede dell’omonima Confraternita.
All’esterno presenta un piccolo sagrato antistante l'accesso, la cui zona sottostante era adibita a cimitero.
Rappresenta un interessante esempio di architettura religiosa locale, arricchita da apparati decorativi sulla facciata (portale in pietra scolpita del 1583) e da un piccolo campanile a pianta quadrata facente parte integrante della sacrestia nella zona absida.
La chiesa sorge nella frazione Flavetto, è dedicata a Maria, Madonna delle Nevi ed è stata ricostruita in stile barocco nel XVII secolo.
In origine presentava un'unica navata, successivamente ne venne aggiunta una laterale ben visibile all'esterno per le diverse caratteristiche strutturali che presenta.
La chiesetta è stata edificata in tempi recenti sul luogo dove esisteva un’icona dedicata a Maria SS. dell’Achiropita con annesso piccolo romitorio.
E’ ubicata nello storico Vallone di Rovito.
Si racconta che nel posto dove sorse la chiesetta un venditore d’olio, sorpreso da un violento temporale, riuscì a salvarsi aggrappandosi ad un grosso masso che fuoriusciva dalla furia delle acque nel Vallone di Rovito.
E’ una piccola chiesa privata, eretta nella parte nord del territorio di Bosco di Rovito nel corso del 600.
Oggi in abbandono, la chiesa fu costruita per consentire alle famiglie dei coloni al servizio dei “Gervasi” di seguire le funzioni religiose più importanti.
Il campanile non ha più le campane che sono state diligentemente conservate. All’interno rimane ben poco degli arredi e delle suppellettili.
Negli ultimi decenni due nuove chiese sono state costruite sul territorio di Rovito.
La prima è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pianette, una struttura moderna la cui prima pietra fu posta nel 2000 da mons. Giuseppe Agostino e aperta al culto il 23 febbraio 2003 con la consacrazione presieduta da Monsignor Augusto Lauro.
Il progetto è stato redatto dall’architetto rovitese Emilio Liborio.
Il convento della Riforma, affidato in un primo momento ai Frati Minori Riformati di Sant’Antonio da Padova dipendeva gerarchicamente dal Maggior Convento Antoniano di Pietrafitta. Poi, nel 1631, la gestione fu affidata ai frati minori Riformati seguaci delle regola di San Francesco d’Assisi che, qualche anno dopo, nel 1650, vi istituirono il banco frumentario e il banco dei pegni per venire incontro alle necessità delle famiglie più povere e perlopiù contadine.
Nel 1808 il convento fu soppresso da Gioacchino Murat e nel 1816 riaperto, per essere nuovamente soppresso dieci anni dopo.
Nel 1864 divenne per un breve periodo sede della casa comunale.
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