A Motta, fino alla metà del secolo scorso le attività più presenti erano le attività commerciali ove era possibile ristorarsi (le cantine).
Sparse per tutto il paese, ricevevano giornalmente numerosissimi avventori.
Gli uomini mottesi (alle donne era spesso vietato l’ingresso), alla sera e alla fine dei lavori nei campi, facevano tappa, prima di recarsi a casa, nella loro cantina preferita.
La scelta di un locale rispetto all’altro, visto che la maggior parte delle cantine mottesi erano ubicate all’interno di strutture fatiscenti e spesso prive di servizi igienici, era dettata prevalentemente dal tipo di clientela.
La cantina maggiormente frequentata era quella del “Suppuorto”. Ubicata al centro dell’abitato di Motta, lungo una “ex vinella” che congiungeva via S. Rocco con via V. Emanuele, era sempre strapiena di avventori.
Questo luogo, dove si sono forgiati moltissimi mottesi, è stato sempre ricordato dai nostri avi come un luogo di grande socializzazione e un esempio di grande generosità.
Dove c’è movimento c’è vita. Un paese vive se sopravvivono i punti di aggregazione!